Revista Temas de Derecho Constitucional

116 Revista Temas de Derecho Constitucional rispetto dei valori. Se invece per “rispetto dei valori” si intendesse qualcosa di ulteriore alla richiesta di osservanza delle regole giuridiche, ed in particolare la condivisione per- sonale e convinta della bontà di certi modi di essere, di pensare, e così via, ciò dovreb- be essere il frutto non di una imposizione normativa quanto invece, e piuttosto, di un processo di integrazione. In altri termini, si può essere ospiti anche se non si condivide tutto di quello che fanno o pensano gli ospitanti; mentre non si può essere ospiti se si trasgrediscono le regole giuridiche che consentono una convivenza pacifica. Vi è infine un’altra dimensione, che non riguarda né l’ambito del rispetto delle leggi né del rispetto del sistema di valori. Mi riferisco a quella solidarietà di cui si è detto all’inizio, e che può realizzarsi attraverso comportamenti posti in essere non in adempimento di obblighi normativamente imposti, quanto invece sulla base di istanze volontarie e liberamente scelte. Questo tema, che ha rilevanze operative sia sul versante – ad esempio – della regolazione dei cosiddetti enti del Terzo settore (cioè di quegli enti non profit che svolgono attività di interesse generale per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale: art. 4 del decreto legislativo 3 luglio 2017 n. 117), come anche della disciplina del servizio civile di cui si dirà, può senz’altro favorire un atteggiamento di maggiore disponibilità da parte degli ospitanti e non costituisce alcuna difficoltà nel suo riconoscimento in termini generali, pur nell’esigenza di rapportarlo e commisurarlo alla situazione specifica delle persone coinvolte (per un minore la situazione è diversa rispetto ad un adulto, ad esempio). 5. I PERCORSI PER L’INTEGRAZIONE DELLO STRANIERO E L’OSPITALITÀ “CONDIZIONATA” La realizzazione dell’integrazione degli ospiti nella comunità degli ospitanti non può avvenire, come è evidente, con un unico atto e in un unico momento: essa richiede, al contrario, un processo che spesso può risultare lungo e complesso, da accompagnare e sostenere in vista dell’obiettivo finale: la piena integrazione sul territorio e, volendo, l’ottenimento della cittadinanza. Tale processo non può che avere, come si dirà, caratteristiche proprie da persona a persona: nondimeno, sembrapossibile indicare, ricavandoledallaprassi amministrativa ed anche dalla legislazione e dalla giurisprudenza, alcune “tappe” che costituiscono fasi di avvicinamento alla piena integrazione. Esse potrebbero costituire anche un’ossatura della possibile costruzione di un percorso da disciplinare in termini generali e declinare poi in alcuni settori nevralgici per la vita dello straniero sul territorio nazionale: lavoro, scuola, abitazione, accesso ai servizi, partecipazione attiva, ecc. Nella costruzione di tali percorsi occorrerà comunque considerare, oltre che come detto la specificità di ciascuna persona, anche l’appartenenza degli stranieri alle diverse “categorie” sopra indicate, di cui è necessario tenere conto ai fini di un’efficace integrazione: se stranieri soggiornanti da un lungo periodo oppure neo arrivati; se lavoratori o disoccupati, se adulti o minori, ecc. È evidente dunque che, a seconda di tali fattori, sarà necessario, oltre che opportuno, individuare appositi percorsi di integrazione, che potranno anche avere intensità e durata diversificati (in termini inversamente proporzionali alla “vicinanza” della categoria rispetto alla cittadinanza e perciò all’equiparazione completa con i cittadini italiani).

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